Taglio delle emissioni auto, a rischio 70mila posti lavoro
- July 26, 2024
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Il taglio del 100% delle emissioni di CO2 delle auto dal 2035? Una scelta “scellerata” della UE secondo Antonio Tajani.
Il Ministro degli Esteri, infatti, dichiara l’importanza di tener conto dei problemi sociali nel contrasto ai cambiamenti climatici. Tajani ha così svelato i numeri del possibile passaggio all’auto green. Numeri che fino a oggi non erano mai stati resi noti.
La scelta “scellerata”
Il Ministro reputa scellerata la scelta del taglio alle emissioni poiché tale decisione porterà alla perdita di “70mila posti di lavoro”. Lo stesso, sottolinea che è importante “continuare a dire che tra negazionismo e fondamentalismo ambientalista c’è una terza via, che è l’ambientalismo pragmatico”. Insomma, sul futuro della mobilità con l’arrivo dell’auto elettrica ci sono impatti occupazionali da non sottovalutare.
L’avanzata delle vetture a batteria da un lato rappresenta un importante passo avanti verso una mobilità più sostenibile, dall’altro, però, non è priva di conseguenze per l’occupazione del settore automotive. Secondo gli esperti, la transizione verso veicoli a zero emissioni potrebbe comportare significativi tagli di posti di lavoro nei prossimi anni.
Uno dei principali motivi è la minore complessità meccanica delle auto elettriche rispetto ai tradizionali motori a combustione interna. Mentre un motore a benzina o diesel è composto da centinaia di parti in movimento, un’unità elettrica ne richiede molte meno. Questo significa che la produzione di veicoli elettrici necessita di meno manodopera rispetto ai modelli tradizionali.
La semplificazione della catena
Inoltre, la catena di approvvigionamento e la manutenzione delle auto elettriche sono mediamente più semplici. Vi sarà, quindi, un minore bisogno di figure specializzate come meccanici e riparatori. Ecco perché molti esperti prevedono che l’adozione diffusa di veicoli a zero emissioni possa comportare perdite rilevanti di posti di lavoro nel comparto automotive. I Paesi più colpiti sarebbero quelli con una forte vocazione manifatturiera nel settore auto, come Germania, Italia e Spagna.
Per attenuare l’impatto sociale di questi cambiamenti, sarà cruciale l’azione dei governi e delle aziende. Risulta necessario che quest’ultimi mettano in campo adeguate misure di riqualificazione e ricollocazione professionale dei lavoratori. Solo così sarà possibile accompagnare il settore automotive verso un futuro a zero emissioni, senza trascurare le ricadute occupazionali.