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Quali le strategie per incentivare la transizione elettrica?

  • April 11, 2025
  • sgalbiati
incentivare transizione elettrica

Il mese di marzo ha mostrato una crescita nel mercato dell’elettrico – qui il nostro articolo – servono, però, nuove strategie per incentivare la transizione elettrica. Il Belpaese, infatti, si trova in una posizione di ritardo rispetto ad altri mercati europei. Mercati dove la transizione verso la mobilità sostenibile sembra procedere a ritmi più sostenuti. Tra le cause principali di questa impasse spiccano i costi ancora proibitivi delle vetture elettriche rispetto alle tradizionali auto con motore termico. Un vero ostacolo che continua a frenare l’adozione di massa. Come invertire questa tendenza? Una recente indagine condotta da AutoScout24 a livello europeo offre spunti interessanti. Indagine che suggerisce come gli incentivi economici diretti non siano l’unica soluzione.

Il sondaggio di AutoScout24

La ricerca, che ha coinvolto oltre 6.000 partecipanti in sei Paesi dell’UE, evidenzia come il fattore economico sia cruciale per la diffusione delle auto elettriche. Tuttavia, per abbattere i prezzi, gli italiani sembrano guardare oltre i confini europei. Quasi sei intervistati su dieci si dichiarano favorevoli a una maggiore apertura verso il mercato cinese. Proponendo, inoltre, l’abolizione dei dazi compensativi imposti dalla Commissione Europea sulle auto elettriche (BEV) importate dalla Cina. Questi dazi, introdotti per cinque anni, prevedono tariffe variabili tra il 7,8% e il 35,3% a seconda del produttore, che si sommano al precedente 10%. L’obiettivo dell’UE è proteggere l’industria automobilistica europea dalla concorrenza orientale. Una concorrenza percepita come sleale per via dei sussidi statali cinesi. Eppure, per molti italiani, questa barriera rappresenta un freno alla possibilità di accedere a veicoli più economici.

L’Italia si distingue come il Paese più aperto a questa prospettiva. Al contrario, in Germania solo il 33% degli intervistati è favorevole a un allentamento delle restrizioni, mentre il 37% lo considera un errore. Sentimenti simili si registrano in Austria (36% favorevoli, 41% contrari), mentre Francia (46%), Belgio (45%) e Paesi Bassi (40%) mostrano un’apertura moderata, ma comunque più contenuta rispetto all’Italia.

I player cinesi guadagnano fiducia

Mentre in Europa si discute dello stop alle immatricolazioni di auto a combustione interna previsto per il 2035—una misura che, secondo AutoScout24, lascia perplesso il 52% degli italiani—i produttori cinesi stanno guadagnando terreno nel settore elettrico. Le loro auto non solo sono più economiche, ma spesso vantano tecnologie all’avanguardia rispetto a molti competitor occidentali. Inoltre, i costruttori cinesi stanno puntando anche sulle vetture ibride plug-in. Il segmento risponde bene alle esigenze degli automobilisti europei, ancora incerti sul passaggio totale all’elettrico.

Questa strategia aggressiva sta portando sul mercato proposte sempre più competitive. Proposte sia in termini di innovazione che di rapporto qualità-prezzo. “Il futuro della mobilità elettrica è ancora in via di definizione e molto dipenderà anche dai prezzi, che restano un fattore decisivo per la diffusione su larga scala,” spiega Sergio Lanfranchi del Centro Studi AutoScout24. “In questo scenario, i produttori cinesi stanno portando sul mercato europeo soluzioni che sfidano i costruttori tradizionali. I dazi introdotti dall’UE potranno rallentarne l’espansione nel breve periodo, ma difficilmente fermeranno un’evoluzione già in corso.”

Le strategie utili ad incentivare

Per incentivare la mobilità elettrica, le istituzioni italiane potrebbero quindi considerare un mix di interventi. Da un lato, mantenere e potenziare gli incentivi all’acquisto, rendendoli più accessibili e meno burocratici. Dall’altro, valutare una revisione delle politiche commerciali, come l’apertura al mercato cinese. Apertura che potrebbe garantire una maggiore concorrenza. Producendo di conseguenza prezzi più bassi per i consumatori.

Parallelamente, sarebbe fondamentale investire nelle infrastrutture di ricarica. Queste risultano ancora insufficienti in molte aree del Paese. Ma non solo. Sarebbe, infatti, auspicabile promuovere campagne di sensibilizzazione per superare le perplessità legate all’autonomia e alla transizione elettrica. “Come marketplace, il nostro compito è garantire visibilità e pari opportunità a tutti i costruttori, mettendo al centro le esigenze degli automobilisti” conclude Lanfranchi. “Che si tratti di auto tradizionali o elettriche, l’obiettivo resta offrire la massima scelta possibile, sostenendo un ecosistema auto dinamico, aperto e innovativo.”

In un contesto in cui la transizione ecologica è una priorità, l’Italia si trova a un bivio: proteggere l’industria locale o abbracciare una competizione globale che potrebbe accelerare il cambiamento? La risposta, forse, sta in un equilibrio tra le due opzioni. Con un occhio ai bisogni dei cittadini e uno al futuro del pianeta.

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