2 milioni di BEV in meno entro il 2027
- September 19, 2025
- gpapa

Le auto elettriche corrono veloci sui mercati europei, con un balzo del 38% nelle vendite nei primi sette mesi dell’anno. Tuttavia, la transizione verso la decarbonizzazione rischia di deragliare. Lo slittamento di due anni sugli obiettivi UE di riduzione delle emissioni – prorogati dal 2025 al 2027 – permetterà alle case automobilistiche di allentare il ritmo. Si stimano 2 milioni di veicoli elettrici (BEV) in meno venduti in quel periodo rispetto a uno scenario senza concessioni. È l’allarme lanciato da Transport & Environment (T&E), la principale ong europea per la decarbonizzazione dei trasporti. Nel suo ultimo “EV Progress Report” invita la Commissione a non cedere alle pressioni dell’industria durante il dialogo strategico sul futuro dell’automobilismo, che si è tenuto il 12 settembre a Bruxelles.
Traiettorie diverse verso gli obiettivi emissivi 2025-2027
BMW, Renault e Volkswagen sembrano sulla rampa di lancio per centrare i target emissivi del triennio 2025-2027. Mercedes-Benz – capofila della lobby ACEA e più accanita critica delle norme UE – appare invece isolata. Si stima un deficit di 10 grammi di CO₂ per chilometro che la costringerebbe a ricorrere a crediti di pooling con Volvo e Polestar. «Le dinamiche di mercato sono positive, ma ulteriori indebolimenti del Green Deal spingerebbero l’Europa nella direzione sbagliata». Queste le parole di Andrea Boraschi, direttore di T&E Italia. L’intervento riecheggia le tensioni globali su una corsa all’elettrico che l’UE rischia di perdere.
I numeri parlano chiaro. Nei primi sette mesi del 2025, le immatricolazioni di batterie electric vehicles (BEV) sono schizzate del 38% rispetto al 2024, trainate da incentivi nazionali e una domanda in ripresa. Questo slancio ha posizionato quasi tutti i big europei – tranne Mercedes – su una traiettoria virtuosa per il rispetto degli obiettivi UE. Questi misurano le emissioni medie sulle flotte vendute nel periodo 2025-2027. Secondo l’analisi di T&E, BMW potrebbe addirittura sottostare al limite di 13 gCO₂/km. Seguono Stellantis (9 g/km di margine), Renault (2 g/km) e Volkswagen (pari pari al target).
Ma la proroga concessa a inizio anno, inizialmente pensata solo per il 2025, ha ribaltato le carte in tavola. Invece di accelerare la decarbonizzazione, le case hanno ampliato il divario prezzi tra EV e termici: dal 30% a gennaio al 40% a giugno. Questo ha scoraggiato i consumatori e prevedibilmente taglierà 2 milioni di vendite elettriche nei prossimi tre anni. «La realtà è che le BEV sono in netta crescita, e lo sarebbero ancora di più senza questi ritardi. Gli obiettivi del 2019 non erano impossibili: oggi, ulteriori concessioni farebbero perdere all’industria europea la corsa globale all’elettrificazione», tuona Boraschi.
UE sotto pressione
L’UE è sotto assedio. Le case automobilistiche, riunite nell’ACEA sotto la guida di Mercedes-Benz, spingono per un allentamento degli obiettivi al 2030 e al 2035. Tra queste è inclusa la fine delle vendite di termici dal 2035. La proroga del 2025 è stata solo l’antipasto: ora, con il dialogo strategico di venerdì, si profila un nuovo round. Mercedes, che presiede l’ACEA, è l’unica a rischiare il flop, con emissioni medie previste 10 gCO₂/km oltre il tetto. Dovrà comprare crediti da rivali come Volvo e Polestar, un’umiliazione che alimenta la sua crociata contro le norme “irrealistiche”.
Tuttavia, i dati smentiscono il catastrofismo industriale. I costi delle batterie crolleranno del 27% entro fine 2025 rispetto al 2022, e di un ulteriore 28% entro il 2027 sui livelli attuali. L’infrastruttura di ricarica? Copre già il 77% della rete autostradale principale UE. Tutti gli Stati membri hanno centrato o superato i target pubblici per il 2025. «I carmaker dipingono scenari apocalittici, ma la domanda c’è: serve solo una politica ferma», spiega lo studio T&E.
BEV nel resto del mondo
Mentre Bruxelles tentenna, il resto del pianeta accelera. In Cina, il gigante da 30 milioni di auto annue, le BEV sfioreranno il 30% delle vendite entro fine 2025, trainate da BYD e CATL. India e Messico viaggiano al 5% di quota EV, Indonesia al 13% e Thailandia al 24%. Questi mercati emergenti esploderanno nel prossimo decennio. «La Cina non smetterà di innovare mentre noi prolunghiamo i motori endotermici. Se rallenteremo le BEV, l’Europa diventerà un museo dell’automobile, non un leader del XXI secolo», avverte Boraschi. Senza un’industria all’avanguardia, i produttori europei rischiano di cedere il passo ai cinesi, perdendo quote in Asia e oltre.