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Troppe auto vecchie, l’allarme dell’Aci

  • November 30, 2023
  • crasi
Aci, allarme auto troppo vecchie

L’Aci sottolinea la necessità di rinnovarsi

I numeri parlano chiaro: quattro auto su dieci in Italia hanno più di 15 anni. Si tratta del 39% del totale. Urge un rinnovo del parco circolante. Auspicabile è puntare sulle nuove tecnologie in grado di evitare incidenti e salvare vite.

Questo uno dei messaggi lanciati dall’Automobile club d’Italia e dalla fondazione Caracciolo nel corso della 76esima “Conferenza del traffico e della circolazione“.

Secondo l’Aci l’obiettivo primario dei prossimi anni dovrà essere il rinnovo del parco auto circolante in Italia. Come? Tramite la sostituzione con veicoli con sistemi avanzati di assistenza alla guida e auto a guida automatica. Risulta necessario, inoltre, digitalizzare allo stesso tempo le infrastrutture e adeguando manti e segnaletica stradale. “Le auto attualmente circolanti – spiega l’Aci- sono più insicure e più inquinanti di quelle di nuova immatricolazione“.

Il plus delle nuove tecnologie

Le nuove tecnologie possono offrire un contributo determinante in materia di sicurezza stradale. Soprattutto in considerazione del fatto che, nel nostro paese, l’errore umano è responsabile di circa il 90% degli incidenti stradali. I moderni sistemi di sicurezza avrebbero potuto evitare il 28% degli incidenti frontali, il 21% di quelli laterali e l’11% degli incidenti che coinvolgono i pedoni.

Ma il rinnovamento deve passare anche per la tutela dell’ambiente. Le auto elettriche sono ancora troppo poche: lo 0,4% del circolante. E la stragrande maggioranza, l’85% delle persone, ritiene che nei prossimi 10 anni continuerà ad acquistare auto termiche o ibride mentre solo il 14% pensa all’acquisto di un’auto totalmente elettrica. Nel 2035, si prevede che la metà delle auto in Italia sarà ancora con motore termico.

Per ridurre, entro il 2050, le missioni inquinanti – spiega Aci- si rendono quindi opportuni incentivi economici all’acquisto di modelli di bassa gamma elettrici, ibridi o termici purché ecologici e indirizzati soprattutto alle categorie meno abbienti. Seguendo l’esempio francese potrebbe essere attivato un leasing sociale da parte dello stato, con facoltà per le famiglie con basso reddito di usufruire da subito di un’auto più sostenibile tramite il pagamento di un modesto canone mensile e la possibilità di riscattare il mezzo con una rata finale“.

La mobilità di domani – ha infine chiarito il presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani- sarà un ecosistema complesso. Per arrivarci occorre lavorare oggi su un insieme di criticità che richiedono un sistema integrato di azioni, coordinate da una politica di lungo periodo, che favorisca l’evoluzione tecnologica dei veicoli, l’ammodernamento delle infrastrutture stradali ed energetiche, l’adeguamento della normativa e la diffusione di una nuova cultura della mobilità responsabile e sostenibile per tutti“.

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