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Elettrico: von der Leyen lancia l’“auto piccola” made in UE

  • September 18, 2025
  • gpapa
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Il futuro dell’automobile è elettrico, ma deve essere “europeo al 100%”. Lo ha ribadito con forza la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. Il suo discorso annuale sullo Stato dell’Unione è stato pronunciato ieri davanti al Parlamento Europeo. L’intervento ha posto al centro la transizione verde e la difesa dell’industria continentale. Ursula von der Leyen ha annunciato una nuova iniziativa per sviluppare auto elettriche piccole e accessibili, prodotte nell’UE. L’obiettivo è quello di contrastare l’avanzata di giganti come la Cina sul mercato globale.

Le parole di Ursula von der Leyen

«L’automobile, è un pilastro della nostra economia e della nostra industria, un orgoglio europeo. Milioni di posti di lavoro dipendono da questo settore», ha sottolineato la presidente. Ricordando le recenti concessioni di flessibilità agli obiettivi di decarbonizzazione del 2025 – che, secondo von der Leyen, “sta funzionando” –, ha confermato che l’UE manterrà il principio di “neutralità tecnologica” nella revisione delle norme per il 2035. Ma l’accento è caduto su un punto cruciale: «Milioni di europei vogliono acquistare auto europee a prezzi accessibili. Quindi, dovremmo investire anche in veicoli piccoli e accessibili, sia per il mercato europeo sia per soddisfare l’impennata della domanda globale».

La proposta è ambiziosa: una collaborazione stretta con l’industria automobilistica per lanciare “una nuova iniziativa per le auto piccole e accessibili”. Von der Leyen ha evocato l’idea di un’auto elettrica ecologica, economica e rigorosamente europea. «L’Europa che ha la sua auto elettrica, pulita, efficiente e leggera, accessibile a tutti e costruita qui in Europa, con catene di fornitura europee». Un messaggio chiaro contro la concorrenza sleale. «Non possiamo permettere alla Cina e ad altri di conquistare questo mercato. Qualunque cosa accada, il futuro è elettrico. E l’Europa ne farà parte. Il futuro delle automobili, e le automobili del futuro, devono essere realizzate in Europa».

Un momento critico per l’industria automobilistica europea

Le parole della presidente arrivano in un momento critico per l’industria automobilistica europea. Da anni, il settore affronta la sfida della transizione verso i veicoli a zero emissioni, imposta dal Green Deal europeo.  Questo prevede la fine delle vendite di auto a benzina e diesel dal 2035. Ma le vendite di veicoli elettrici (EV) in UE sono in stallo. Nel 2024, hanno rappresentato solo il 14% del mercato, contro il 20% previsto, dovuto ai prezzi elevati e le infrastrutture di ricarica insufficienti. Parallelamente, l’invasione di EV cinesi a basso costo – sostenuti da ingenti sussidi statali – minaccia di erodere quote di mercato ai produttori europei come Volkswagen, Stellantis e Renault.

Già nel 2023, von der Leyen aveva annunciato un’indagine anti-sovvenzioni sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina. Questa è culminata nel 2024 con l’imposizione di dazi fino al 38% su modelli come la BYD Dolphin o la MG4. Misure che, secondo la Commissione, hanno protetto l’industria locale, ma non hanno fermato del tutto l’emorragia. Le importazioni cinesi sono cresciute del 30% solo nel primo semestre del 2025. Critici come il gruppo PPE (al quale appartiene la stessa von der Leyen) spingono per un allentamento ulteriore delle norme. È inclusa l’apertura ai biocarburanti e un rinvio della “fine dei motori termici”.

Iniziativa UE: serve un impegno concreto

In questo contesto, l’iniziativa annunciata ieri rappresenta un compromesso. La Commissione ha già avviato un “Dialogo strategico sul futuro dell’industria automobilistica” a marzo 2025, con incontri tra von der Leyen e i CEO dei big europei. Tra le misure discusse: aiuti diretti ai produttori di batterie UE (per contrastare i costi inferiori di quelle importate) e un congelamento triennale delle multe per chi non raggiunge gli obiettivi CO2. «Dobbiamo garantire prevedibilità e equità per chi ha fatto i compiti», ha detto la presidente dopo l’ultimo round di colloqui.

L’impatto potenziale è enorme. L’industria auto impiega oltre 13 milioni di persone in Europa e genera un valore aggiunto di 400 miliardi di euro annui. Investire in auto elettriche “piccole” – pensiamo a city car sotto i 20.000 euro, come una versione elettrica della Fiat Panda o della Renault Twingo – potrebbe rilanciare le vendite interne e aprire mercati emergenti in Asia e Africa, dove la domanda di veicoli low-cost è in boom. Ma serve un impegno concreto: la proposta include fondi dal NextGenerationEU e incentivi per le catene di fornitura locali. L’obiettivo è di creare 500.000 nuovi posti di lavoro “verdi” entro il 2030.

Non mancano le ombre. Ambientalisti come Transport & Environment (T&E) applaudono la conferma sull’elettrico, ma avvertono: «L’Europa deve accelerare, non rallentare. I CEO spingono per una pausa, ma i consumatori vogliono EV di qualità a prezzi giusti». Intanto, da Pechino arrivano reazioni caute. La Cina ha definito i dazi “protettivi” e minaccia ritorsioni su esportazioni europee come il vino e i macchinari.

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