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Il mercato auto punta ai livelli ante-crisi da coronavirus

  • February 14, 2025
  • admin
ante crisi

Il mercato si mostra ancora lontano dalla possibilità di ritornare in tempi ragionevoli ai livelli ante-crisi. A gennaio, infatti, sono state immatricolate in Italia 133.692 autovetture con un calo del 5,9% sul 2024 e del 19,1% sul gennaio 2019. Numeri lontani dall’ante-crisi. Nel gennaio 2001, per esempio, le immatricolazioni furono 272.126. Su questi livelli si mantennero, poi, fino alla grande crisi innescata dal fallimento di Lehmann Brothers nel settembre 2008.

L’inchiesta congiunturale condotta dal centro studi promotor a fine gennaio sui concessionari auto emerge che ben il 70% degli interpellati giudica basso il livello di acquisizione di ordini in gennaio. Elemento significativo, essendo l’inizio dell’anno un periodo florido per il settore. Si aggiunge, inoltre, che i livelli delle giacenze di auto invendute sono alti per il 48% dei concessionari.

Molto interessanti, poi, sono le indicazioni fornite dai concessionari sui fattori che ostacolano la diffusione delle auto elettriche. Diffusione per la quale l’Italia lo scorso anno si è aggiudicata ancora una volta la maglia nera tra i grandi paesi dell’unione europea con una quota sulle immatricolazioni del 4,2%.

Il ritardo nella transizione energetica in Italia

Al primo posto tra le ragioni del ritardo dell’Italia nella transizione energetica i concessionari pongono i prezzi troppo elevati delle auto elettriche. Seguiti dall’insufficiente dotazione di punti di ricarica e dalla limitata autonomia dell’auto elettrica. A tutto questo si aggiunge che la stagione degli incentivi sembra definitivamente tramontata. Il governo ha adottato recentemente provvedimenti penalizzanti per gli automobilisti.

Gian Primo Quagliano, presidente del centro studi Promotor, segnala a proposito del Governo che “in marzo nell’unione si aprirà un confronto sulla transizione energetica, che potrebbe portare a posizioni meno intransigenti”.  

Il contesto è del tutto in divenire. Soprattutto negli Stati Uniti, dove il Presidente Trump “non pare certo orientato a tenere conto delle preoccupazioni degli ambientalisti“. Queste le parole di Gian Primo Quagliano.

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