Fallita la fusione Nissan-Honda
- February 13, 2025
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L’attesa fusione tra Nissan e Honda si sarebbe conclusa in un nulla di fatto. Secondo quanto riporto il quotidiano Nikkei, Nissan avrebbe deciso di porre fine alle trattative per una proposta di fusione con la sua più forte connazionale Honda. In seguito alla notizia è crollato il prezzo delle azioni Nissan alla Borsa di Tokyo. Honda, colosso giapponese del settore, e Nissan, sua rivale in gravi difficoltà finanziarie, avevano avviato le discussioni a dicembre in vista di una fusione che avrebbe potuto creare il terzo produttore di auto al mondo entro il 2026.
Il piano della mancata fusione
Il piano delineato all’epoca prevedeva di riunire i due gruppi sotto un’unica holding. Con un’unica quotazione in borsa, i dettagli erano attesi per febbraio. La settimana scorsa, però, diversi media giapponesi hanno riferito che Honda stava finalmente valutando la possibilità di acquisire le azioni di Nissan e di trasformarla in una semplice filiale. Uno scenario “inaccettabile” per Nissan. La casa si è rivelata ansiosa di preservare la propria autonomia tanto da preferire interrompere le discussioni, come riporta Nikkei.
“Le due società avevano discusso di una struttura di holding, ma non sono riuscite a trovare un accordo su condizioni quali il rapporto di integrazione“, scrive il quotidiano finanziario. “Honda si è quindi rivolta a Nissan con la proposta di farne una filiale: Nissan ha deciso di porre fine alle trattative, a causa della forte opposizione all’interno dell’azienda“, spiegano.
L’obiettivo prefissato
L’obiettivo del progetto era quello di unire i punti di forza di Honda e Nissan. Perchè? Per negoziare il passaggio strategico ai veicoli elettrici, una nicchia dominata dall’americana Tesla e dai produttori cinesi, guidati da BYD. Nicchia in cui i gruppi giapponesi sono in forte ritardo. Una fusione provvidenziale per Nissan. La casa, pesantemente indebitata, ha subito una perdita inaspettata nel periodo luglio-settembre e il suo margine operativo è praticamente crollato. Sotto pressione, ha annunciato il taglio di 9.000 posti di lavoro nella sua forza lavoro globale. Non solo, anche la riduzione della sua capacità produttiva.