Giappone, serio impatto dai dazi Usa
- July 03, 2025
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Il primo ministro giapponese Shigeru Ishiba ha ribadito il “serio impatto” delle tariffe imposte dagli Stati Uniti sull’economia nipponica, con particolare riferimento che i dazi hanno sul settore automobilistico, pilastro dell’export del Paese. Parlando a margine del vertice del G7 in Canada, Ishiba ha sottolineato che i dazi Usa, entrati in vigore nei mesi, stanno generando un “profondo effetto sull’economia globale, sia direttamente che indirettamente”. Tuttavia, il premier ha escluso un accordo frettoloso con Washington che rischi di sacrificare gli interessi nazionali.
Pressioni dagli USA per via dei dazi su commercio ed energia
Le dichiarazioni di Ishiba arrivano all’indomani di un mini vertice con il presidente statunitense Donald Trump, che si è concluso senza passi avanti concreti, come riportato dai media giapponesi. “Rimangono degli ostacoli”, ha ammesso il premier, evidenziando la complessità dei negoziati bilaterali condotti a livello ministeriale. Gli Stati Uniti hanno spinto per un aumento del commercio con il Giappone, chiedendo a Tokyo di aprire maggiormente il mercato interno a prodotti agricoli americani, come riso e grano, e di incrementare l’importazione di gas naturale liquefatto statunitense, in sostituzione di quello russo. Washington ha inoltre sollecitato una cooperazione più stretta sulle spese militari e sui progetti di esplorazione, in un contesto di crescente dipendenza energetica e strategica.
Tokyo difende i propri interessi sui dazi
Nonostante la pressione, Ishiba ha ribadito la volontà di Tokyo di proseguire i negoziati con cautela. “Non possiamo affrettare un accordo che comprometta i nostri interessi”, ha dichiarato, consapevole del peso economico dei dazi, che colpiscono settori chiave come l’automotive, l’acciaio e l’alluminio. Secondo i dati delle dogane giapponesi, nel 2024 il Giappone ha esportato negli Stati Uniti automobili per un valore di oltre 37 miliardi di euro, ma le nuove tariffe, che hanno portato l’aliquota sui veicoli passeggeri al 27,5% (dal precedente 2,5%), minacciano di devastare il settore, che impiega circa 5,5 milioni di persone.
Industria giapponese sotto pressione, ma pronta a reagire
Le case automobilistiche giapponesi, come Toyota, Honda e Mitsubishi, stanno già subendo le conseguenze dei dazi. Recentemente, Toyota e Mitsubishi hanno annunciato un aumento dei prezzi delle auto negli Stati Uniti per far fronte alle nuove tariffe, con un calo del 20% nei prezzi di esportazione che riflette la perdita di competitività. Tuttavia, analisti come Masayuki Kubota di Rakuten Securities prevedono che i grandi produttori, come Toyota e Nippon Steel, possano mitigare l’impatto nel medio termine, soprattutto se progetti come l’acquisizione di U.S. Steel da parte di Nippon Steel andassero in porto, aumentando la produzione locale negli Stati Uniti. A livello macroeconomico, il Giappone rischia una contrazione del PIL per il secondo trimestre consecutivo nel periodo aprile-giugno 2025, con consumi deboli e investimenti penalizzati dalle tariffe. Il Nikkei ha registrato forti oscillazioni, con un rimbalzo del 6% dopo il crollo dell’8% dovuto all’annuncio dei dazi, ma la fiducia delle imprese rimane fragile.
Alleanza sì, ma non a ogni costo
Il Giappone si trova in una posizione delicata: da un lato, cerca di preservare la sua alleanza con gli Stati Uniti; dall’altro, deve difendere la propria economia da misure protezionistiche che colpiscono duramente il suo export. Ishiba ha escluso di collegare le discussioni sui dazi a quelle sulla sicurezza. Respinte infatti le richieste di Trump di ridurre l’onere statunitense nella difesa del Giappone. La strategia di Tokyo si concentra ora su investimenti negli Stati Uniti per creare posti di lavoro locali, come proposto dal premier, nella speranza di ottenere esenzioni tariffarie.