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Trump e dazi: tregua tra tensioni commerciali

  • March 12, 2025
  • admin
tregua dazi

Donald Trump ha deciso di concedere una tregua a Canada e Messico per il settore automobilistico. I paesi godranno di un mese di esenzione dai dazi del 25% imposti. Rispondendo, in tal modo, alle pressioni delle principali case automobilistiche americane. La notizia, annunciata ieri dalla portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, rappresenta una pausa temporanea nella guerra commerciale scatenata dall’amministrazione Trump. I mercati globali avevano tremato con l’entrata in vigore dei dazi martedì scorso.

Un’esigenza per evitare svantaggi economici

Questa esenzione è stata decisa per garantire che le nostre case automobilistiche non subiscano svantaggi economici”. Ecco la dichiarazione di Leavitt alla stampa. Il motivo è chiaro: le catene di produzione dell’industria automobilistica americana – da Ford a General Motors – sono profondamente integrate con Canada e Messico. Parti e veicoli attraversano i confini più volte durante il processo produttivo. Rendendo, così, i dazi una minaccia diretta per la competitività delle aziende statunitensi. L’esenzione si applica ai veicoli importati nell’ambito dell’ACEUM (Accordo Stati Uniti-Messico-Canada), il patto di libero scambio che lega i tre paesi nordamericani.

Una tregua accolta con favore da Wall Street

La decisione è stata accolta con favore da Wall Street, che ha chiuso la giornata in rialzo dopo una serie di ribassi consecutivi. A trainare il recupero sono stati proprio i titoli del settore automobilistico. Segno che gli investitori vedono nell’esenzione un segnale di pragmatismo nella strategia protezionistica di Trump. Anche l’Automotive Mobility Policy Council, che rappresenta i produttori, ha espresso il suo plauso. Ecco la dichiarazione: “Applaudiamo il Presidente Trump per questa scelta. Sappiamo che i prezzi stanno aumentando per gli americani – dalle uova ad altri beni – e questa misura aiuta a mitigare l’impatto”.

Le relazioni rimangono, però, tese

Nonostante la tregua per l’industria auto, le relazioni con i due vicini restano tese. Dopo una telefonata con il primo ministro canadese Justin Trudeau, Trump ha usato il suo social network per denunciare che Ottawa non sta facendo “abbastanza” per contrastare il traffico di Fentanyl. Il Fentanyl è l’oppioide sintetico al centro di una crisi sanitaria che miete migliaia di vittime negli Stati Uniti ogni anno. “Le risposte del Canada sono insufficienti per un compromesso sui dazi”, ha scritto, ribadendo la sua linea dura. Dal canto suo, il segretario di Stato americano Marco Rubio ha cercato di stemperare i toni. In un colloquio con la ministra degli Esteri canadese Mélanie Joly, ha “riaffermato l’importanza delle relazioni bilaterali”. Lo stesso ha, però, sottolineato che “la sicurezza degli americani resta la priorità dell’amministrazione Trump” Come riportato in un comunicato del Dipartimento di Stato.

Nel frattempo, il Messico tace in attesa di un discorso della presidente Claudia Sheinbaum, previsto per domenica. Mercoledì, Sheinbaum ha dichiarato che il paese intende esplorare nuovi partner commerciali, mantenendo però aperte “le porte del dialogo”. Oggi è attesa una telefonata con Trump, che potrebbe delineare il futuro dei rapporti tra i due leader.

Le reazioni di Canada e Messico

I dazi del 25% su Canada e Messico – con un’aliquota ridotta al 10% per i combustibili fossili canadesi – sono scattati martedì. Colpendo, così, una vasta gamma di prodotti: dagli avocado e pomodori messicani al legname e al pollame canadese. L’impatto immediato è stato un crollo delle borse mondiali, con gli investitori preoccupati per un’escalation commerciale. Ottawa ha reagito annunciando misure di ritorsione su alcuni prodotti americani. Promettendo di ampliare la lista nei prossimi giorni.

Il Messico, invece, si riserva di rispondere in modo più articolato dopo il discorso di Sheinbaum. In ogni caso, mentre Trump concede una tregua parziale ai vicini nordamericani, l’Europa si prepara a diventare il prossimo bersaglio. Il presidente francese Emmanuel Macron ha definito l’ipotesi di dazi al 25% sui prodotti europei “incomprensibile, sia per l’economia americana che per la nostra”, pur dicendosi fiducioso di poter “dissuadere” il leader statunitense. La minaccia di una guerra commerciale transatlantica aleggia, alimentando l’incertezza sui mercati globali.

I dazi: un’arma commerciale

Va detto che per il presidente americano, i dazi sono molto più di uno strumento punitivo contro il traffico di Fentanyl – che egli attribuisce in parte alla presunta inerzia di Canada e Messico. Sono un’arma commerciale per incentivare le imprese a trasferirsi negli Stati Uniti. Ma non solo: proteggere il mercato interno dalla concorrenza estera e finanziare le riduzioni fiscali promesse in campagna elettorale. Una visione che divide. Se da un lato i produttori americani apprezzano la tutela, dall’altro i consumatori temono un aumento dei prezzi su beni di prima necessità.

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