In bilico il futuro industriale del Mezzogiorno
- December 02, 2024
- admin
Il futuro industriale del Mezzogiorno italiano? Si gioca con la filiera dell’Automotive. Quest’ultima rappresenta il terreno su cui si gioca la sfida europea per il cambiamento strutturale del sistema produttivo del territorio. La maggior parte dell’industria automobilistica italiana è collocata nel Sud del Paese. Pertanto, la situazione attuale richiama l’attenzione su una fase critica per il settore.
Il quadro del Mezzogiorno
Nei primi nove mesi del 2024, gli stabilimenti situati nel Mezzogiorno hanno contribuito a quasi il 90% della produzione totale di autoveicoli in Italia. Tuttavia, essi hanno registrato una perdita significativa di oltre 100.000 unità rispetto al 2023. Registrano così un calo del 25% complessivo. In particolare, lo stabilimento di Melfi ha subito una diminuzione di quasi 90.000 unità (-62%). Anche gli altri impianti, pur inizialmente in crescita, hanno registrato risultati negativi, con diminuzioni sia nella produzione di autoveicoli (come a Pomigliano, -6%) che di veicoli commerciali (ad esempio ad Atessa, -10%). Questi dati emergono dal rapporto Svimez 2024. Brucia ancora la chiusura storica – d’altra parte – del maxi-stabilimento di Termini Imerese.
A complicare ulteriormente il quadro, si è verificata la sospensione di un investimento di oltre 2 miliardi per la costruzione della gigafactory di batterie a Termoli. Questo evento evidenzia una vulnerabilità diffusa a livello europeo durante la transizione verso la mobilità elettrica.
Il futuro incerto
La filiera dell’Automotive nel Mezzogiorno rappresenta un comparto di notevole importanza. Comparto con un valore aggiunto che si avvicina ai 13 miliardi di euro. La maggior parte di questo valore (oltre l’80%) è concentrata in regioni come la Campania (29%), la Puglia (20%), la Sicilia (22%) e l’Abruzzo (13%). Complessivamente, si stima che circa 300.000 persone trovino occupazione in settori collegati all’industria automobilistica. La maggioranza della forza lavoro è impiegata in Campania (30%) e Puglia (21%), seguite da Sicilia (21%) e Abruzzo (11%).
“Per rilanciare l’industria automobilistica in Europa e garantire la tutela dell’occupazione e del comparto, è necessario un cambio di paradigma che si basi su un piano industriale europeo. Questo piano dovrebbe concentrarsi sul potenziamento della filiera elettrica e sulla riduzione del divario tecnologico accumulato rispetto ai competitor, con particolare attenzione agli stabilimenti del Mezzogiorno“, spiega Svimez.