Incidenti in autostrada: chi paga danni e conseguenze?
- April 02, 2025
- admin

Un oggetto abbandonato sulla carreggiata, un animale che attraversa improvvisamente o una buca nell’asfalto: situazioni che possono trasformare un normale viaggio in autostrada in un incidente con danni al veicolo o con conseguenze ben peggiori. Chi è responsabile in questi casi? E come può un automobilista ottenere un risarcimento? L’Unione Nazionale Consumatori (Unc) fa chiarezza sulle responsabilità e sulle procedure da seguire.
Gli scenari possibili
Secondo l’Unc, quando un’auto subisce danni a causa di un ostacolo sulla carreggiata autostradale, si possono ipotizzare due situazioni distinte.
Il primo si verifica quando c’è un oggetto perso da un altro veicolo. Se, ad esempio, un camion davanti perde parte del carico causando un incidente, la responsabilità ricade sul proprietario del veicolo che ha generato il pericolo. In questo caso, per ottenere un risarcimento, l’automobilista danneggiato dovrà rivolgersi direttamente a quest’ultimo.
Il secondo caso è quello legato a un oggetto non riconducibile a un responsabile specifico. Se l’ostacolo è presente sulla strada da tempo (ad esempio, un oggetto caduto ore prima) e non è possibile risalire a chi lo ha perso, la responsabilità è dell’ente proprietario o gestore della rete autostradale. Enti come Anas o Autostrade per l’Italia (e le sue società controllate).
Come evitare le conseguenze peggiori?
In linea generale, l’ente proprietario o concessionario dell’autostrada ha l’obbligo di garantire la sicurezza delle carreggiate. In che modo? Monitorandole costantemente e rimuovendo tempestivamente qualsiasi ostacolo che possa rappresentare un pericolo. La legge stabilisce che tali enti sono responsabili “salvo che provino il caso fortuito”. Questo significa che, per esimersi da responsabilità, devono dimostrare che l’incidente è stato causato da eventi imprevedibili o inevitabili. Eventi occorsi nonostante il rispetto di tutti gli standard di sicurezza.
Tra le eccezioni che possono scagionare il gestore ci sono le calamità naturali. Come ad esempio frane o inondazioni. Oppure tempi insufficienti per intervenire dopo la comparsa del pericolo. O ancora i comportamenti scorretti di terzi, come un automobilista che abbandona un oggetto e non lo segnala. In questi casi, l’onere della prova spetta all’ente: deve dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare l’incidente.
Come ottenere il risarcimento?
Per semplificare la risoluzione di queste controversie, Autostrade per l’Italia e l’Unione Nazionale Consumatori hanno siglato un protocollo d’intesa che ha istituito un organismo Adr (Alternative Dispute Resolution). Questo strumento permette di evitare lunghe battaglie legali. Offrendo, così, una procedura rapida ed economica. Per avviare la conciliazione, basta contattare gli sportelli Unc e compilare la domanda dedicata. Una Commissione composta da un rappresentante di Unc e uno di Autostrade per l’Italia valuta il caso e propone una soluzione entro un massimo di 90 giorni (prorogabili di altri 45 in casi complessi). Il consumatore è libero di accettare o rifiutare l’offerta.
La procedura per richiedere la conciliazione si applica a diversi scenari di danno al veicolo: urto con animali o oggetti non rimossi tempestivamente dalla carreggiata; urto con la sbarra del telepedaggio; caduta di oggetti da strutture autostradali (come ponti o cavalcavia); danni causati da buche o dissesti del manto stradale.
Inoltre, la conciliazione può essere attivata per problemi legati a viabilità e sicurezza, assistenza all’utenza, accessibilità ai servizi autostradali, errori nel pedaggio o mancato pagamento. Grazie a questa collaborazione tra Unc e Autostrade per l’Italia, gli automobilisti hanno a disposizione uno strumento efficace per far valere i propri diritti senza dover affrontare i costi e i tempi della giustizia ordinaria. In un contesto in cui la sicurezza stradale è fondamentale, sapere a chi rivolgersi e come agire in caso di incidente diventa un’arma preziosa per tutelarsi.