Incidenti stradali in Europa: allarme dell’ETSC
- April 09, 2025
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Secondo le statistiche ufficiali, ogni anno nell’Unione Europea si registrano circa 1.291.000 feriti a causa di incidenti stradali, di cui 141.000 (l’11% del totale) classificati come gravi; arriva però un allarme dall’ETSC. Infatti, secondo l’European Transport Safety Council, questa cifra è fortemente sottostimata. Nel Rapporto PIN Flash 48 pubblicato dall’organizzazione internazionale indipendente e senza scopo di lucro dedicata alla riduzione di morti e lesioni nel settore dei trasporti.
I tre motivi principali della discrepanza
Il Rapporto individua tre motivi principali alla base di questa discrepanza. In primo luogo, le incongruenze nella raccolta delle informazioni rendono i dati ufficiali poco affidabili. In secondo luogo, i mancati rilievi della polizia rappresentano un problema significativo. Gli agenti non sempre sono in grado di valutare con precisione la gravità delle lesioni. Inoltre, molti incidenti gravi non vengono denunciati. Soprattutto nei casi che coinvolgono pedoni e ciclisti senza veicoli a motore. Infine, i Governi faticano a collegare i dati sanitari con quelli della polizia. Il quadro rimane, quindi, incompleto in riferimento alla situazione reale.
Questi problemi non sono di poco conto. Secondo l’ETSC, la mancanza di dati accurati impedisce ai Governi nazionali di migliorare significativamente la sicurezza stradale.
Il problema?
Non conoscere con precisione dove, quando e come si verificano gli incidenti, né l’entità reale dei feriti gravi. “I governi nazionali devono impegnarsi di più per migliorare questo sistema imperfetto, che si basa ampiamente sui dati della polizia e fornisce un quadro fuorviante del peso complessivo delle lesioni stradali sugli individui, sulle società e sulle nostre economie”. Ecco la dichiarazione di Jenny Carson, project manager di ETSC.
Le aspettative per il futuro e l’approccio “Safe System”
Il Rapporto mette in luce anche un forte ritardo rispetto agli ambiziosi obiettivi dell’Unione Europea per il 2030. Obiettivi che prevedono una riduzione del 50% di morti e feriti gravi sulle strade. Tra il 2013 e il 2023, nei 24 Stati membri analizzati, i decessi stradali sono diminuiti del 16%, mentre i feriti gravi solo del 13%. Una discrepanza che evidenzia come il progresso nella riduzione delle lesioni gravi sia ancora più lento rispetto a quello delle morti, complicando il raggiungimento delle mete prefissate.
Per invertire questa tendenza, gli esperti dell’ETSC propongono l’adozione dell’approccio “Safe System”, un modello olistico per la sicurezza stradale basato su sei pilastri fondamentali.
I sei pilastri fondamentali
- Governance e gestione: i leader devono assumersi responsabilità chiare, garantendo trasparenza, finanziamenti adeguati, una raccolta dati più efficace e partnership tra istituzioni.
- Velocità sicure: i limiti di velocità devono essere adattati all’ambiente stradale e alla vulnerabilità degli utenti, come pedoni e ciclisti.
- Strade sicure: le infrastrutture devono essere progettate e mantenute per ridurre il rischio di collisioni. Così da minimizzare la gravità delle lesioni in caso di incidente.
- Veicoli sicuri: è necessario promuovere tecnologie avanzate. Ad esempio, i sistemi di frenata automatica o di assistenza alla velocità, per prevenire collisioni e proteggere sia gli occupanti che gli utenti vulnerabili della strada.
- Utenti della strada sicuri: servono formazione, controlli e incentivi per incoraggiare comportamenti responsabili da parte di tutti gli utenti stradali.
- Assistenza post-incidente: una risposta rapida ed efficace alle emergenze, unita a cure mediche di qualità, può ridurre al minimo le conseguenze degli incidenti.
Il Rapporto ETSC non si limita a denunciare le lacune attuali. Anzi, lancia un appello urgente ai Governi europei affinché adottino misure concrete. Migliorare la raccolta dei dati, integrare le informazioni sanitarie e di polizia e investire in un approccio sistemico alla sicurezza stradale sono passi imprescindibili per affrontare una crisi che ha un impatto devastante su individui, famiglie e sistemi economici. Solo così l’Europa potrà avvicinarsi all’obiettivo di dimezzare morti e feriti gravi entro il 2030. Rendendo, così, le strade un luogo più sicuro per tutti.