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Le trasformazioni dell’ecosistema avranno impatti positivi

  • December 21, 2023
  • admin
4 gennaio

Colpo di scena: la filiera automotive italiana guarda con fiducia alla transizione verso la mobilità elettrica. La filiera si sta già attrezzando per cogliere le nuove opportunità e creare posti di lavoro. Troppo spesso, però, le aziende riscontrano ancora difficoltà a reperire le professionalità di cui avrebbero bisogno. È quanto emerge dall’analisi presentata dall’Osservatorio Tea, l’osservatorio sulle trasformazioni dell’ecosistema automotive italiano guidato da CAMI.

CAMI (Center for Automotive & Mobility Innovation) è un centro del Dipartimento di Management – Università Ca’ Foscari Venezia e in collaborazione con CNR-IRCrES lavora nell’ambito dell’evento ‘Presente e futuro delle filiera automotive italiana’.

L’analisi sulle trasformazioni dell’ecosistema

La nuova analisi sono frutto dell’indagine condotta su un campione di 217 aziende rappresentativo delle 2.152 imprese mappate dall’Osservatorio TEA. I dati indicano che per la maggioranza delle aziende (il 48,4%) le trasformazioni dell’ecosistema automotive non avranno alcun effetto sul portafoglio prodotti. Mentre per il 30,9% le trasformazioni avranno addirittura un impatto positivo. Il 20,7%, invece, non esclude potenziali riflessi negativi.

Netta prevalenza della fiducia anche guardando al sentimento sugli effetti strettamente occupazionali della transizione. La maggioranza assoluta delle aziende (il 55,5%) prevede un impatto nullo sul numero dei propri dipendenti. Quasi un’impresa su 3 (il 27,7%), invece, si dice convinta di poter aumentare i livelli occupazionali, proprio in virtù della trasformazione in atto. La trasformazione vede nell’elettrificazione del powertrain il suo elemento centrale. In questo caso, scende al 16,8% la quota del campione che teme eventuali riflessi negativi.

L’incrocio di questi dati evidenzia come 8 aziende della filiera su 10 si muovano con confidenza verso la transizione. Inoltre, grazie alla clusterizzazione del campione è possibile andare ancora più in profondità nell’osservazione. Tendenzialmente le imprese più fiduciose sui riflessi sul proprio portafoglio prodotti sono quelle dei raggruppamenti “media” e “micro”. I dati confermano che, rispettivamente, l’83,6% e l’80% dei rispondenti si aspetta un impatto della transizione positivo o nullo.

Il lavoro e l’occupazione

Quanto al lavoro, le microimprese sono quelle che più delle altre ritengono di poter aumentare il numero degli occupati (il 51,7% degli intervistati), davanti alle aziende piccole (il 33,3%) e a quelle più grandi (il 31,3%). Gran parte della filiera si aspetta una sostanziale stabilità dei livelli occupazional.

Nel caso delle aziende di medie dimensioni l’impatto sui posti di lavoro sarà nullo secondo il 67,6% degli intervistati. Il risultato delle risposte al questionario, quindi, conferma quanto valutato già lo scorso anno dall’Osservatorio TEA. Valutando, anche, l’analisi del portafoglio prodotti delle imprese: la maggioranza delle aziende della filiera automotive italiana fornisce prodotti o servizi invarianti rispetto all’alimentazione dei veicoli.

A livello geografico, quali sono le previsioni delle aziende? In questo caso, a mettersi particolarmente in luce è la Lombardia, dove – grazie allo sviluppo di un ecosistema automotive molto orientato alla transizione – le risposte aggregate delle aziende consentono di stimare al 2027 un incremento occupazionale nel settore automotive del 6,3%. A livello nazionale, alla stessa data, la proiezione che emerge dall’indagine è di un +0,6% degli occupati totali della filiera, con lo sprint lombardo – accompagnato dal +3,1% del Centro – mitigato dalle previsioni su Nord-Est (-4,3%) e Sud (-3,5%), aree che rispettivamente dipendono in modo più stretto dalla produzione di veicoli endotermici e presentano tassi di esportazione inferiori.

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