Precarietà nella mobilità: totale dipendenza dall’auto
- November 13, 2023
- crasi

L’ultimo sondaggio Ipsos-Legambiente parla chiaro: abbiamo limitata disponibilità del trasporto pubblico e precarietà nell’accessibilità ai servizi di prossimità, il che definisce una totale dipendenza dall’auto.
In Italia, tutto ciò ancora ostacola gli sforzi per ridurre l’uso dell’auto privata, i cui costi (acquisto e carburante) sono aumentati. Ben tre italiani su dieci hanno dovuto, infatti, rinunciare negli ultimi anni a opportunità di lavoro (28%), di studio (17%), visite mediche (19%) o spostamenti per piacere e relazioni (25%).
Le città più colpite da una condizione di precarietà nella mobilità sono Napoli con il 34% dei cittadini che non sempre riesce a spostarsi e Roma con il 33%, mentre a metà strada si trova Torino, con il 28%.
Invece, nelle città di Milano e Bologna, generalmente più benestanti e con un’elevata offerta di mobilità sostenibile ed elettrica, il livello di precarietà si attesta intorno al 20-21%. È quanto emerge in sintesi dal rapporto dell’Osservatorio Stili di Mobilità, giunto alla sua terza edizione, realizzato da Ipsos e Legambiente, in collaborazione con Unrae.
L’indagine è stata condotta su scala nazionale e nelle città di Milano, Torino, Bologna, Napoli e Roma, nell’ambito della Clean Cities Campaign, un network europeo di associazioni ambientaliste e movimenti di base che mira al miglioramento della qualità dell’aria attraverso l’adozione di stili di mobilità più sostenibili e alla redistribuzione dello spazio urbano a favore delle utenze più vulnerabili.
I nuovi dati dell’Osservatorio, che analizza annualmente i comportamenti e le propensioni di mobilità, rivelano inoltre che ogni settimana gli italiani trascorrono in media sei ore in viaggio.
Il 64% dei viaggi si svolge a bordo di un’auto e moto di proprietà, con una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente, compensata dall’aumento dell’uso medio dei mezzi pubblici e dell’auto elettrica (sia privata che a noleggio), che è passato dall’11 al 13% al giorno, mentre rimangono stabili gli spostamenti a piedi, in bici o in monopattino elettrico, che ammontano al 22% del tempo di viaggio.
Inoltre, diminuiscono del 10% circa gli spostamenti nei giorni festivi, i primi ad essere sacrificati da chi fatica a tirare la fine del mese. Nelle città, la mobilità sostenibile prevale a Bologna e Milano con rispettivamente il 49% e il 48% degli spostamenti a piedi, in bici, con i mezzi collettivi o condivisi; mentre il 40% e il 45% avviene in auto e moto a combustione (a Torino 51%, Roma 54% e Napoli 55%).
Le cause della situazione di precarietà fotografata dall’Osservatorio di stili di mobilità sono soprattutto l’assenza di alternative all’uso dell’auto privata a causa della distanza dai servizi essenziali come le strutture scolastiche e mediche nelle vicinanze, così come le carenze dei trasporti pubblici, come la mancanza di fermate con orari poco convenienti, e l’assenza di servizi di sharing.
Incidono anche le condizioni economiche delle famiglie, che rendono difficile sostenere i costi del carburante e le distanze eccessive senza alternative all’auto. Tuttavia, tra tutti i tipi di precarietà analizzati, il dato che preoccupa maggiormente riguarda il 7% delle persone in condizione di estrema mobility poverty, ossia coloro che non hanno mezzi pubblici o in condivisione di prossimità, né la possibilità di acquistare un’auto in famiglia.
Ma si trovano in condizioni di precarietà, se pur meno estreme, gli intervistati che denunciano un elevato costo del carburante rispetto al reddito (9%), coloro che lamentano l’assenza di alternative all’auto privata e/o l’impossibilità di cambiare il mezzo obsoleto (8%) e, infine, coloro che evidenziano elevati costi dovuti alla necessità di percorrere in auto elevate percorrenze quotidiane (8%).