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Educazione tecnologica a scuola, ecco i cinque trend del 2023

  • June 20, 2023
  • crasi
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Nel settore dell’edutech c’è un processo che, in futuro, metterà la tecnologia sempre più al centro dell’esperienza educativa

Nel corso degli ultimi due anni la pandemia e, di conseguenza, la necessità di trovare soluzioni per la formazione a distanza, ha aumentato l’interesse da parte di aziende, istituzioni e governi verso il settore dell’edutech avviando un processo che, in futuro, metterà la tecnologia sempre più al centro dell’esperienza educativa. La previsione arriva da Aulab, la prima coding factory italiana, che identifica i 5 principali trend dell’Edutech per il 2023:

  • Blended learning
  • Digital assessment
  • Intelligenza Artificiale per l’adaptive learning
  • Dall’home schooling al portare l’education in tutto il mondo
  • Imparare come imparare

Blended learning: il giusto mix tra distanza, presenza e attesa – si stima che tra le principali cause del tasso di abbandono dei corsi di e-learning ci sia la “solitudine” di chi li frequenta e la mancanza di un elemento di interazione con il docente o con i compagni di corso. Per questo, già da anni, aulab sperimenta l’integrazione tra didattica live streaming e studio individuale in modalità asincrona: è dimostrato, infatti, che sentirsi “attesi” dal docente e dai compagni sia uno stimolo a continuare l’apprendimento autonomamente. Secondo Aulab, nel corso del 2023 proseguirà il trend del blended learning, formazione che mescola docenze live, apprendimento collaborativo e mentorship in live streaming in cui insegnanti e studenti possono discutere e confrontarsi. Si tratta di elementi fondamentali per consolidare la comprensione degli argomenti tecnici e delle nozioni basilari e per creare una relazione tra docenti e alunni.

Il cosiddetto digital assessment, l’esperienza di apprendimento dell’alunno, verrà monitorata dal docente e personalizzata grazie a sistemi in grado di raccogliere dati che generereranno una valutazione automatica. Questi dati potranno fornire indicazioni riguardo alle lezioni seguite dall’alunno, al suo grado di difficoItà nell’utilizzo dei materiali didattici, alla sua interazione con gli altri studenti. Inoltre, alcuni dei nuovi strumenti saranno in grado di suggerire all’insegnante esercizi da svolgere, monitorare il tempo di svolgimento di questi esercizi da parte dello studente ed un eventuale bisogno di assistenza.

Grazie all’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, i percorsi di apprendimento saranno sempre più personalizzati in base alle esigenze dell’alunno per adattarsi alle sue conoscenze pregresse. Scopo dell’adaptive learning è misurare il comportamento dello studente e proporgli materiali didattici in linea con i suoi interessi, in modo simile a quanto avviene con l’algoritmo delle piattaforme di streaming tv e con le playlist di musica.

Inoltre, sentiremo sempre più spesso parlare di home schooling, “scuola a casa” grazie alla tecnologia, e di diffusività della formazione. Grazie alla tecnologia, il sapere e la formazione arriveranno sempre più nelle zone remote del mondo prima tagliate fuori per portare l’education in tutto il mondo. Da un lato, molte famiglie che hanno sperimentato l’home schooling durante la pandemia saranno nei prossimi anni sempre più interessate ad applicare le opportunità offerte dai dati e dall’AI allo studio da casa. Dall’altro, l’automatizzazione offre un supporto concreto per portare la formazione anche nelle zone del mondo in cui non sono disponibili docenti in presenza: già oggi, grazie alla tecnologia, è possibile seguire il webinar di un docente di Harvard da un villaggio africano. La sfida per il futuro è potenziare sempre più la parte interattiva, non per sostituire l’insegnamento in presenza ma per offrire opportunità a chi, altrimenti, non le avrebbe.

L’imperativo dell’imparare come imparare – per quanto la tecnologia possa efficientare l’apprendimento, studenti, docenti e progettisti dell’esperienza educativa sono tenuti a sapere che imparare necessita di tempo e che questo varia a seconda dell’individuo. Per chi fa formazione la priorità è conoscere le modalità e i meccanismi che la mente umana utilizza per apprendere, ossia imparare come imparare. Nell’ambito delle neuroscienze esistono numerosi studi che indagano il funzionamento del cervello suddividendo l’apprendimento tra modalità focalizzata, attiva (mentre si sta leggendo un testo) e modalità diffusa. Quest’ultima scatta durante il sonno o quando si svolge un’azione meccanica come fare la doccia o andare a correre: allo studente occorre tempo per dedicarsi a entrambe, utilizzando la prima per acquisire informazioni e la seconda per processarle.

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