Ecco perché gli italiani hanno fiducia nel settore della tecnologia
- December 13, 2022
- mcapelli

I dati dell’ultimo rilevamento di un’analisi incrociata dell’Edelman Trust Barometer 2022, la più importante indagine globale sul tema della fiducia realizzata in 28 paesi
Il settore tecnologico resta quello che fa registrare i livelli di fiducia più alti. A livello globale l’indice – secondo l’ultimo rilevamento di un’analisi incrociata dell’Edelman Trust Barometer 2022, la più importante indagine globale sul tema della fiducia realizzata in 28 paesi, su un campione di 36.000 Persone, e lo special report “trust in technology”, condotto a settembre in 15 mercati su un campione di 15.000 individui – ha toccato il 76%, in crescita di 4 punti rispetto a gennaio. Un dato che si conferma anche nel nostro paese con numeri simili: l’indice di fiducia degli italiani misurato a inizio anno è infatti del 73%, con una crescita, anche in questo caso, di 4 punti in più rispetto al 2021.
La ricerca, giunta quest’anno alla ventiduesima edizione, monitora la fiducia dei consumatori verso aziende, media, governi e organizzazioni non governative e, nell’ambito dell’analisi sul business, analizza nel dettaglio diversi settori, tra cui quello delle aziende tecnologiche.
Secondo il Trust Barometer 2022 l’andamento globale della fiducia nel settore della tecnologia non lascia spazio a dubbi visto che i numeri sono in crescita nella quasi totalità dei paesi analizzati: da un lato con alcune nazioni asiatiche come Cina e Indonesia, che fanno registrare tassi del 90% del 91% rispettivamente e, dall’altro, solo due economie – Stati Uniti e Canada – in lieve decrescita. Per quanto riguarda l’Europa, l’Italia (73%) è davanti a molti altri paesi come Spagna, Francia, Germania e Regno Unito ed è preceduta solo dall’Olanda che raggiunge il 74%.
L’Italia, inoltre, è l’unico paese europeo in cui quello della tecnologia è rimasto il settore con l’indice di fiducia più alto. Una fiducia che emerge anche dal fatto che, tra tutti i paesi analizzati, l’Italia (44%) è, insieme alla Germania (39%), tra i meno preoccupati dalla privacy dei dati che le aziende raccolgono, dalla loro sicurezza e dal possibile uso manipolatorio e non etico. Due, invece, sono le preoccupazioni principali degli italiani in ambito tech: la prima è sulle attività degli hacker (ed eventuali cyber attacchi o cyber terrorismo) che cresce di 5 punti toccando il 69% (vs 71% globale). L’altra è quella per la possibile perdita di lavoro a causa delle innovazioni tecnologiche o dell’automazione, che però scende di un punto (53%) rispetto allo scorso anno.
Da segnalare poi che dall’ultimo special report emergono due preoccupazioni su scala globale: una crescita di 3 punti dell’uso mistificatorio delle fake news, sentito dal 73% del campione e di 6 punti (65%) della possibilità che la tecnologia renderà impossibile distinguere se quello che le persone vedono o sentono sia vero o falso. Un’altra fonte di preoccupazione, infine, riguarda il potere regolatorio: secondo il 56% degli intervistati i governanti non hanno la giusta comprensione delle nuove tecnologie per poterle normare mentre il 53% non si fida della capacità “autoregolatoria” dei contenuti delle principali piattaforme. In generale però la maggior parte degli intervistati – il 75% – concorda sul fatto che l’innovazione tecnologica possa avere un impatto positivo nel risolvere diversi problemi sociali, primi tra tutti l’accesso alle cure o la competitività economica.