Addio crisi dei microchip
- June 06, 2022
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La prolungata carenza globale di chip ha costretto le case automobilistiche a interromperne la produzione
Arriva dalla Foxconn, colosso taiwanese, uno dei più grandi produttori a livello mondiale di elettronica a contratto, la dichiarazione legata al fatto che la seconda metà dell’anno si sta avviando “in una direzione migliore” dal punto di vista delle catene di fornitura dei microchip, grazie anche ad un apparente allentamento del lockdown anti-Covid a Shanghai.
“Siamo abbastanza fiduciosi nella stabilità della nostra catena di approvvigionamento per la seconda metà di quest’anno”, ha detto il presidente della Foxconn, Liu Young-way all’assemblea annuale degli azionisti della società. Il governo di Shanghai consentirà a tutti i residenti nelle aree “a basso rischio” di tornare al lavoro a breve.
Foxconn mira a diventare il primo produttore di veicoli elettrici (EV) che non sia “a corto di materiali”, ha affermato Liu, riferendosi a una prolungata carenza globale di chip che ha costretto le case automobilistiche a interrompere la produzione. “Un’auto che costa decine di migliaia di dollari non può essere spedita a causa di un minuscolo chip del valore di cinquanta centesimi. Questo è stato qualcosa di davvero irritante per i nostri clienti”, ha aggiunto. Foxconn punta a conquistare circa il 5 per cento del mercato globale dei veicoli elettrici entro la fine del 2025 e ha affermato che spera di aumentare la sua capacità di produrre chip EV, molti dei quali sono piccoli circuiti integrati di fascia bassa, compresi quelli utilizzati nella gestione dell’alimentazione.
La società ha avvertito questo mese che le entrate per la sua attività di elettronica, inclusi gli smartphone, potrebbero diminuire in questo trimestre a causa dell’aumento dell’inflazione, del raffreddamento della domanda e di altre problematiche. Foxconn ha ribadito che mentre i severi controlli cinesi sul COVID-19 in Cina hanno avuto solo un impatto limitato sulla produzione poichè la società ha tenuto i lavoratori in fabbrica in un sistema a “circuito chiuso”, la domanda dei suoi prodotti nel paese ha sofferto poiché i clienti in genere sono rimasti a casa.