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La crisi mercato automotive è destinata a durare ancora molto

  • November 09, 2021
  • mspaggiari
mercato automotive

Il proseguire della crisi del mercato automotive è confermato dai numeri: a ottobre sono state immatricolate in Italia 101.015 autovetture, il che equivale a un calo del 36% rispetto a ottobre 2020. Questa pesantissima contrazione è dovuta soprattutto alla crisi nelle forniture di microchip che ha determinato fermate produttive e forti rallentamenti nelle consegne di autovetture ai concessionari e conseguentemente ai clienti finali.

“Questa situazione non è destinata a risolversi a breve: se nei prossimi due mesi si determinasse, come è altamente probabile, un andamento analogo a quello di ottobre il mercato italiano delle autovetture chiuderebbe il 2021 con 1.432.000 immatricolazioni, quindi con un calo sul 2019 del 25,3%” spiega il Centro Studi Promotor.

La crisi del mercato automotive è dimostrato dalle giacenze di auto nuove presso i concessionari

La gravità della situazione è messa in luce dall’ultima inchiesta congiunturale del Centro Studi Promotor, da cui emerge che a fine ottobre ben il 99% dei concessionari ha dichiarato di avere giacenze di auto nuove assolutamente insufficienti a soddisfare la domanda. Per quanto riguarda le attese sulle vendite nei prossimi mesi l’80% degli interpellati ha dichiarato di attendersi risultati fortemente negativi. Questa situazione ha ovviamente un impatto anche sui prezzi effettivi di vendita che vengono visti in crescita dal 54% dei concessionari.

Le difficoltà di fornitura di auto nuove hanno avuto un impatto significativo anche sulla domanda di veicoli usati, dato che una parte degli interessati al nuovo ha ripiegato su questa categoria. Nel primo semestre le vendite di usato avevano avuto un andamento decisamente positivo, ma a partire da luglio la situazione è cambiata. Le giacenze di auto usate si sono rivelate insufficienti per far fronte alla domanda tantoché è emerso che nel mese scorso sono state giudicate basse dal 96% dei concessionari interpellati. In parallelo con l’assottigliarsi delle giacenze si sono registrati crescenti tensioni sui prezzi che a giugno venivano giudicati alti dal 21% degli intervistati, dato salito al 60% nel mese di ottobre.

La carenza di veicoli sul mercato attutisce il problema del finanziamento degli incentivi

Data la grave difficoltà delle forniture, per le case automobilistiche si è avvertito meno il progressivo esaurirsi degli ecobonus e degli incentivi per l’acquisto di vetture con emissioni comprese tra 61 e 135 grammi di CO2 al chilometro. A inizio novembre la situazione dei fondi residui per questi incentivi vede una disponibilità di 9,1 milioni per l’ecobonus e di 9,3 milioni per le auto con emissioni comprese tra 61 e 135 grammi di CO2 al chilometro, mentre restano fondi per 38,9 milioni per sostenere il mercato dell’usato.

“La scarsa disponibilità di auto, sia nuove che usate, rende meno urgente il problema del finanziamento degli incentivi necessari a compensare gli effetti negativi della pandemia sul settore, spiega Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor. Gli operatori dell’automotive si aspettavano che la proposta di Legge Finanziaria per il 2022 prevedesse un intervento organico per superare la fase di stop and go degli incentivi e per varare un piano per favorire la transizione ecologica nel mondo dell’auto. Così non è stato, ma il problema resta sul tavolo anche per evitare che i proclami sull’ambiente restino proclami e non abbiano invece immediati e significativi riscontri nella realtà quotidiana della gente.

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