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Furti d’auto, che rivoluzione

  • June 15, 2021
  • admin
relay attack

C’era un volta il grimaldello, lo “spadino”, o il sasso lanciato nell’abitacolo per spaccare il vetro: il mondo dei furti d’auto è molto cambiato da qualche anno a questa parte, diventando terribilmente hi-tech.

Il “terribilmente” si riferisce al fatto che diventa sempre più difficile difendersi dai ladri ma, per fortuna, la trasformazione del fenomeno furti e del target di veicoli colpiti procede di pari passo con il progresso di tecniche e strumenti utilizzati dai ladri per appropriarsi del bene. E qui LoJack, società del Gruppo CalAmp (NASDAQ: CAMP), leader globale nel recupero dei veicoli rubati e nei servizi per l’Automotive, viene in soccorso agli automobilisti con una serie di servizi unici per la protezione dei mezzi e la sicurezza di bordo.

Ma torniamo all’analisi del cambiamento dei furti d’auto. E partiamo da un dato: oggi in Italia quasi il 25% dei furti di SUV viene compiuto anche grazie all’utilizzo di un dispositivo tecnologico, in grado di beffare il proprietario della vettura anche quando ritiene di essere al sicuro.

Due sono le tecniche più utilizzate nel nostro Paese: il sistema di riprogrammazione della chiave e il cosiddetto “relay attack”.

Il primo si serve della connessione alle porte OBD (diagnostica a bordo) del veicolo e consente al ladro, entrato nell’abitacolo e dotato di un’apposita apparecchiatura, di accedere all’unità di controllo elettronico che contiene le informazioni riservate del transponder e di ottenere facilmente una nuova chiave in meno di un minuto e in alcuni casi anche in meno di 15 secondi. Si tratta di una soluzione utilizzata sia sui veicoli che hanno una funzione di smart start, sia su quelli privi di antifurti meccanici tradizionali.

Il relay attack non prevede il contatto fisico con la vettura, ma l’uso di due ripetitori in radiofrequenza, che consentono di far “rimbalzare” la comunicazione tra l’auto e la sua chiave anche quando questa è a distanza. In questo modo il veicolo viene di fatto “ingannato”, facendo risultare la presenza della chiave per la normale procedura di autenticazione, quando in realtà essa è fuori portata e rilevando il segnale anche attraverso le mura dell’abitazione. Il sistema sfrutta le debolezze dei software delle case costruttrici e può essere applicato alla maggioranza dei veicoli dotati di smart key. Il Relay Attack è già molto diffuso in Europa e in via di sviluppo in Italia.

Infine, una menzione meritano i dispositivi più tradizionali nel panorama hi-tech, ovvero i device in grado di disturbare il segnale di chiusura del veicolo che lasciano allontanare il proprietario con la convinzione di aver chiuso la vettura, consentendo l’accesso indisturbato al ladro.

A seguito dell’acquisizione del Gruppo CalAmp, colosso americano della telematica, LoJack è oggi in grado di fornire la massima sicurezza per il veicolo abbinando la tecnologia in radiofrequenza con i dispositivi telematici LoJack Connect e aprendo nuove strade alla connected economy.

Dal 2006, anno in cui è approdata in Italia, grazie alla tecnologia in radiofrequenza (non schermabile e in grado di trasmettere anche all’interno di container o nei garage sotterranei) e al supporto sul campo del team sicurezza composto da ex funzionari delle Forze di Polizia Law Enforcement, LoJack ha riconsegnato ai legittimi proprietari oltre 13 mila veicoli, per un valore complessivo di oltre 281 mln di euro, contribuendo all’arresto di oltre 384 criminali e portando al rinvenimento di circa 400 vetture prive del dispositivo.

In Italia LoJack conta 500.000 clienti. Attraverso la partnership con le Forze dell’Ordine, l’intervento di recupero del bene rubato è efficace, rapido e sicuro.

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