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Come cambiano i furti secondo le analisi LoJack

  • January 26, 2021
  • admin

Il mondo dei furti d’auto e in forte, fortissima evoluzione. E grazie all’osservatorio permanente sul fenomeno di LoJack – azienda leader nel settore della telematica di bordo per la sicurezza delle vetture – è in grado di elaborare un’analisi unica, frutto anche degli strumenti di ritrasmissione recuperati dalla Polizia nelle attività congiunte di recupero. In estrema sintesi si può così dire che oggi – in Italia – il 25 per cento dei furti di vetture e SUV dotati di Intelligent key (chiave contactless che consente l’apertura/chiusura del veicolo a breve distanza), viene compiuto anche grazie all’utilizzo di un dispositivo tecnologico, in grado di beffare il proprietario della vettura in soli 30 secondi, anche quando ritiene di essere al sicuro.
Dal punto di vista pratico, i topi d’auto “lavorano” (si fa per dire…) in due modi precisi. Il primo è la ri-programmazione della chiave attraverso la presa di diagnostica. E il secondo è la duplicazione del segnale della smart key: il famoso “relay attack” dove grazie a ripetitori di segnale, il ladro riesce, a distanza di alcuni metri (anche dall’esterno dell’abitazione), captare il segnale della “chiave elettronica” in possesso del proprietario, farlo “rimbalzare” dal suo device fino a quello del suo complice, posizionato nelle vicinanze della vettura da sottrarre. L’auto viene così ingannata e i sistemi di protezione azzerati. Nel primo caso invece si usano apparecchiature di programmazione della chiave tramite la connessione fisica alla porta della diagnostica di bordo OBD (on-board diagnostic), anche grazie all’ampia disponibilità in rete di strumenti di sabotaggio aggirando le contromisure messe in campo dalle Case costruttrici. Il ladro forza la portiera in modo tradizionale per introdursi nell’abitacolo, collega un dispositivo alla porte OBD ed ha così accesso alle informazioni riservate del transponder, ottenendo facilmente una nuova chiave nel giro di pochi secondi.

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