Due italiani su tre ogni anno vanno dal gommista
- February 21, 2019
- mcapelli
Nel 2018, il 69% degli automobilisti italiani ha dichiarato di aver effettuato almeno una visita dal gommista nei 12 mesi precedenti: per il 49% si era trattato di un intervento di manutenzione (il 30% per la sostituzione stagionale, il 19% per manutenzione generica) mentre il 51% in quel periodo di tempo aveva effettuato anche un acquisto di pneumatici. Lo evidenzia una ricerca Nielsen commissionata da Driver – la rete di rivenditori specializzati Pirelli – che ha sottoposto alcune domande a un campione rappresentativo di automobilisti italiani. La stessa ricerca ha anche sottolineato come, fra i top 5, Driver sia il network di gommisti che ha conquistato più notorietà nel nostro Paese, essendo passato dal 14% nel 2014 al 39% nel 2018; inoltre, il 91% di coloro che per l’ultima manutenzione degli pneumatici sono stati in un centro Driver ha sottolineato la volontà di tornarci in futuro. Numeri presentati alla convention annuale Driver a Malta, cui hanno partecipato 380 specialisti del pneumatico appartenenti alla rete.
L’indagine ha mostrato che, per scegliere il gommista giusto, se nel 2016 il passaparola tradizionale valeva il 50%, nel 2018 è sceso al 46% mentre Internet è cresciuto dal 42% al 44%. Come fonte d’informazione, crescono anche i media tradizionali, passati dal 18% al 24%. Lo stesso trend, ma in modo più accentuato, si ritrova anche nel criterio di scelta degli pneumatici: il passaparola è sceso dal 35% al 33% mentre Internet è passato dal 53% al 58%. Balzo in avanti dei media tradizionali che sono passati dal 21% al 34%. Aumenta anche la fiducia verso il gommista che diventa determinante per la scelta del treno di gomme nel 34% dei casi. Nel dettaglio, quando per la decisione su quali pneumatici acquistare la fonte d’informazioni è rappresentata da Internet, crescono dal 22% al 26% la fiducia verso il sito del produttore stesso e dal 20% al 29% le ricerche sui motori come Google. Fra i media tradizionali, invece, appare decisamente cresciuta l’importanza delle riviste specializzate (dal 12% al 17%) come quella dei quotidiani (dal 3% al 5%). Anche i programmi televisivi specializzati hanno acquisito più credito, salendo dal 2% al 7%.